01/07/12 - Menu
Putroppo leggiamo spesso terribili notizie dalle carceri: maltrattamenti, botte, malattie, suicidi.
Come si è detto la pena deve avere una funzione educativa e deterrente da perseguire con la minima sofferenza possibile non solo del condannato, ma anche e soprattutto delle persone che sono a lui legate da affetto, come il coniuge, i figli, i fratelli,ecc.
E', quindi, ovvio che la detenzione così come avviene in genere attualmente è quanto di più insopportabile ci possa essere in paesi che si definiscono "civili".
Per risolvere il problema del sovraffollamento si deve disporre una riduzione della durata della detenzione in carcere in misura proporzionale al sovraffollamento a cui è sottoposto il detenuto, sostituendo la detenzione con arresti domiciliari o altre modalità alternative.
Sarebbe molto meglio impiegare i detenuti, secondo le capacità fisiche di ciascuno e senza imporre condizioni troppo gravose, in lavori utili, magari quelli poco piacevoli, "che nessuno vuole più fare", ma che sarebbero comunque meno umilianti di una detenzione in condizioni di sovraffollamento e di inattività forzata, per non dire altro.
Naturalmente si richiedono notevoli investimenti per costruire le strutture tali da consentire ai detenuti di seguire un percorso rieducativo, con assistente guida, di apprendere le nozioni basilari per un cittadino e lavorare in modo produttivo per risarcire i danni causati dai propri errori e per aiutare eventuali familiari.
Ma questi investimenti sarebbero produttivi di enormi vantaggi.
Soprattutto si ridurrebbe la delinquenza recidivante; cioè si riduce il numero di persone che dopo un periodo di detenzione ritornano a commetere reati, magari più gravi dei precedenti, induriti dal carcere e ancora più legati alla malavita organizzata.
Il problema delle carceri è cruciale oggi perché si interseca con gli altri IN-CUBI del nostro FUTURO :
Immigrazione clandestina, Terrorismo, Epidemie, Inquinamento ambientale, Corruzione della democrazia, Povertà, Infelicità, ecc.
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