NOTE ESPLICATIVE
Sul nucleare:
19/01/2012
Da vari articoli che ho letto sull'argomento ho tratto alcune sintetiche osservazioni:
1. Il nucleare è utile per ridurre le emissioni di anidride carbonica? Sì, ma l'effetto è quasi irrilevante perché attualmente l'energia prodotta dalle
centrali nucleari nel mondo rappresenta una piccola percentuale del totale.
2. L'uranio è economico? Anche l'Uranio come il petrolio tende ad esaurirsi nel prossimo futuro e quindi il suo prezzo aumenterà, specialmente se
aumentasse il numero delle centrali nucleari. Ma il costo delle centrali nucleari non è dato solo dal combustibile nucleare: i costi maggiori sono
quelli dovuti alle misure di sicurezza che occorre prevedere non solo per scongiurare gli incidenti catastrofici, ma anche quelli dovuti
all'inquinamento dell'ambiente causato da piccole perdite radioattive; inoltre lo stoccaggio delle scorie che rimangono radioattive per migliaia di
anni comporta un costo notevole presente e futuro che graverà sui nostri figli.
3. Il nucleare esclude altre opzioni per risolvere il problema dell'energia? Di fatto le risorse economiche dedicate allo sviluppo del nucleare vengono
sottratte alle altre opzioni che vengono considerate da molti esperti più efficaci dal punto di vista del rapporto costo benefici.
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4. Le nuove centrali sono più sicure delle vecchie? Probabilmente sì, ma dobbiamo mettere in conto che viviamo in un'epoca di guerra diffusa
combattuta con metodi terroristici: per un terrorista il sabotaggio di una centrale nucleare potrebbe rappresentare un'azione di grandissimo effetto; si
comprende che la sicurezza di una centrale non riguarda solo la prevenzione degli incidenti casuali.
5. Le centrali nucleari per il loro funzionamento richiedono grandi quantità di acqua, che è una risorsa vitale e che diventerà nei prossimi anni un
bene sempre più prezioso. Ho letto che in Francia le Centrali nucleari assorbono il 40% del consumo totale di acqua!.
6. Siete disposti a vivere nelle vicinanze di una centrale nucleare? Credo che nessuno lo voglia. Se costruissero una centrale a poca distanza da casa
mia cambierei subito zona a qualsiasi prezzo. Come potrei dormire tranquillo sapendo che un nemico invisibile e subdolo come la radioattività
potrebbe contaminare l'acqua che bevo, l'aria che respiro, il cibo, i vestiti.
E allora possiamo imporre ad altri concittadini nostri fratelli di vivere con l'incubo del cancro o peggio di un incidente catastrofico che potrebbe
sconvolgere e distruggere la loro vita e quella dei loro cari?.
7. Vi fidate di quello che vi dicono i politici favorevoli al nucleare? Nel nostro recente passato ci sono stati tanti disastri causati dalla malafede di
uomini politici, imprenditori, affaristi, mafiosi, criminali d'ogni sorta; sappiamo che purtroppo ci sono uomini che di fronte alla prospettiva di
incassare miliardi non esiterebbero a passare sul cadavere della loro madre. Ci sono persone che gioiscono quando accade un terremoto perché
possono lucrare sulla ricostruzione. Ci sono affaristi che hanno disboscato montagne e cementificato valli ubertose, ed hanno determinato l'attuale
grave dissesto idrogeologico del territorio.
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Con quale coraggio affidiamo la gestione del nucleare ad una classe politica ed industriale che ha dato simili prove di inettitudine e disonestà?
Affidereste ad un pazzo incendiario una lattina di benzina?
31/05/11 ho letto con grande gioia che la GERMANIA RINUNCIA PER SEMPRE AL NUCLEARE!!
Sono orgoglioso che l'Italia già da anni ha fatto questa scelta che ha confermata con l'ultimo REFERENDUM.
Vorrei stigmatizzare il comportamento ignobile di quei paesi che hanno costruito centrali lungo i confini, imponendo così alle popolazioni
confinanti un rischio enorme, senza nessun vantaggio e senza la possibilità di opporsi!
In un Pianeta civile chiunque voglia costruire una struttura pericolosa per la sopravvivenza degli esseri viventi deve ottenere il consenso unanime
delle popolazioni che vivono nel raggio di pericolosità.
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19/01/2012 -
Sulla PRIVATIZZAZIONE dei beni essenziali:
La gestione privata è preferibile a quella pubblica quando si vogliono ottenere rendimenti ottimali in una operazione industriale o commerciale.
Ciò dipende dal fatto che se un privato cittadino investe una somma in un'impresa, a fronte del rischio di perdere in tutto o in parte il capitale,
pretende giustamente di ottenere il massimo rendimento economico.
Naturalmente per ottenere il massimo rendimento occorre sfruttare al massimo le macchine, le strutture e soprattutto i lavoratori e ridurre al minimo
le spese.
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Gli Stati più avanzati hanno creato gradualmente un sistema di leggi che proteggono i lavoratori da un eccessivo sfruttamento: orario di lavoro,
ferie, congedi per malattie, motivi di famiglia, gravidanze,ecc.. Queste conquiste civili rendono, però, meno competitive le imprese rispetto a quelle
che operano in Stati meno evoluti sul piano sociale, nei quali lo sfruttamento dei lavoratori è ancora selvaggio.
Nella attuale fase di mercato globale le imprese tendono a trasferirsi nei paesi dove ci sono legislazioni meno restrittive nel campo sociale.
Quando si tratta di servizi di gestione dei beni essenziali non è possibile spostare l'impresa in altri paesi, per cui occorre ridurre al minimo le spese,
non potendo agire sui diritti dei lavoratori.
Da ciò deriva la tendenza ad utilizzare materiali più economici, ma anche più scadenti ed a ridurre le misure di sicurezza dei lavoratori, aumentare
l'inquinamento dell'ambiente prodotto dai processi utilizzati, ad essere meno rigorosi nella prevenzione di incidenti e di rischi per la
popolazione.
A noi cittadini utenti non interessa il massimo rendimento della gestione del servizio, ma pretendiamo la massima sicurezza e tranquillità anche se ci
dovesse costare un po' di più. Ciò non vuol dire che la gestione pubblica possa essere impunemente spendacciona: ma significa che il servizio anche
se non dà un buon profitto è buono se dà le massime garanzie di sicurezza.
In conclusione si possono affidare ai privati quei processi nei quali la sicurezza dei lavoratori, degli utilizzatori e della società complessiva sia
preventivamente controllabile e sia intrinsecamente necessaria alla sopravvivenza dell'impresa stessa. Ad esempio se una ditta produce
un'automobile con un difetto nei freni sarà ben presto costretta a ritirare dal commercio le auto difettose con grave perdita di guadagno e di
immagine; ciò spinge le case costruttrici a mettere in commercio prodotti di buona qualità: in questo caso la sicurezza va a favore del guadagno.
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Se invece una rete elettrica crea un eccessivo eletrosmog dannoso alla salute è più difficile mettere in relazione la causa e l'effetto dannoso: in tal
caso quando, magari dopo varie proteste e azioni legali, i cittadini risciranno a farsi valere purtroppo molti danni irreparabili saranno già
avvenuti. In questo caso la minor sicurezza gioca a favore dei profitti perché una rete elettrica meno dannosa costa di più in genere.
Ragionamenti analoghi si possono fare per le centrali nucleari, per le reti autostradali, per le reti idriche, ecc.
La necessità di affidare ad un ente pubblico la gestione dei beni essenziali risiede anche nel fatto stesso che si tratta di beni ESSENZIALI di cui la
gente non può fare a meno anche se povera.
Il gestore privato non può rinunciare al profitto altrimenti i soci ritirano i loro capitali dall'impresa. Perciò non possono essere indulgenti e
comprensivi verso chi non paga perché ha perso il lavoro o ha avuto gravi problemi di salute.
Ma trattandosi appunto di beni essenziali questo si traduce in una pistola puntata alla testa di un povero disgraziato che non può pagare.
Sarebbe perciò segno di una grave involuzione della civiltà introdurre un sistema di gestione di servizi e beni essenziali nei quali venga negato ogni
aiuto ai più deboli lasciandoli andare alla deriva verso gesti disperati.
Questa indicazione è perciò coerente con il principio che tra i cittadini di uno Stato vi debba essere solidarietà nel senso che chi è in difficoltà
economica o soffra per motivi di salute deve essere aiutato dallo Stato, cioè da tutti gli altri.
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28/07/10 Con grande gioia apprendo che l'ONU ha dichiarato che
L'ACQUA E' UN DIRITTO UMANO!
L'ACQUA E' UN DIRITTO UMANO!
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Sulla CACCIA, PESCA, CORRIDE e simili come sport.
19/01/2012
E' abbastanza semplice dedurre dai principi della Religione Universale la regola morale che non bisogna far del male ad altri esseri viventi se non per
assoluta necessità ( per alimentarci, per difenderci, scopi scientifici senza alternative al fine di sconfiggere gravi malattie).
Ma è importante capire che la mente umana deve essere educata al rispetto di tutti gli esseri viventi, se vogliamo ottenere anche il rispetto per gli
altri esseri umani. Una persona indifferente allo strazio di un cane o di un cefalo agganciato all'amo, potrebbe esserlo anche di fronte alle sofferenze
di un bambino maltrattato o di un operaio costretto a lavori massacranti.
E' superfluo parlare degli spettacoli vergognosi in cui animali addestrati al combattimento si azzuffano sotto gli sguardi eccitati e assetati di sangue
del pubblico. E' incredibile che la Spagna, paese dell'Europa, non abbia ancora bandito definitivamente la corrida, che, sia pur ammantata di eleganti
contorni spettacolari, resta sempre una delle più crudeli barbarie che ancora sopravvivono nei paesi cosiddetti 'civili'.
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INCIVILI
Onore al TORO
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O l é !
Durante una corrida il toro, con impensabile agilità, ha spiccato un salto e si è lanciato sugli spettatori che, "coraggiosamente" protetti dalla
palizzata, pensavano di poter assistere alla mattanza del possente animale, al quale andrebbe riconosciuto il premio Nobel della civiltà.
11/01/11
Leggo con piacere da 'la Repubblica' di oggi che in Spagna la TV pubblica ha bandito dal palinsesto le corride. Inoltre la corrida in Catalogna sarà
proibita dal 2012. Coraggio Spagna!
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19/01/2012
Sul Capitalismo Globale
Siamo ormai in pieno Capitalismo globale che rappresenta la applicazione su scala planetaria delle ferree leggi del mercato, indifferenti alle
sofferenze umane dei lavoratori, costretti ad accettare contratti capestro, dei consumatori costretti dalla pubblicità palese e occulta ad acquistare beni
e servizi spesso superflui, ad invischiarsi in debiti che non riescono ad onorare, dei piccoli imprenditori che nei periodi di crisi ricorrenti sono spinti
al fallimento e spesso al suicidio.
Gli enormi squilibri tra paesi sviluppati e paesi sottosviluppati sta consentendo al Capitalismo globale di speculare alla grande. Ma spero che presto
si verifichi una reazione contro l'arricchimento di pochi a danno di masse sfruttate.
In effetti basterebbe che
i lavoratori, tutti i lavoratori del Mondo,
si dessero la mano, si dessero la mano;
Allora GLI faremmo un GIRO-TONDO,
intorno al Mondo!, Intorno al Mondo!
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