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SITO SICURO

LA RICERCA DELLA FELICITA'

la libertà è una sensazione interiore

Edizione 13/09/13 => home

IL PROBLEMA DELLA FELICITA' E DELLA LIBERTA' NELLA FASE DELL'EVOLUZIONE DELLE IDEE

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 Introduzione  
 Colpa e Pena 
 Libertà 
 Diagramma della felicità 

da YOUTUBE: ALBANO e ROMINA-La Felicità

Si dice che il denaro non dà la felicità, però aiuta parecchio; ma una definizione chiara ed utile della felicità non mi sembra sia mai stata enunciata fino ad ora.
Per questo mi propongo di esaminare questo concetto basilare dell'esitenza umana, perché solo se comprendiamo che cosa è la felicità potremo sperare di assaporarne almeno un po'.
Io penso che la felicità sia legata strettamente al concetto di libertà, che pure richiede una analisi attenta.
Secondo la filosofia di Plurimundia e dei Mondi parabolici il libero arbitrio non ha senso. Riassumo qui di seguito la dimostrazione logica.

Il libero arbitrio non ha senso.

Se le nostre decisioni sono determinate dal nostro cervello sulla base delle istruzioni e dei dati di cui dispone e che esso elabora con una rete di neuroni, allora le azioni e i pensieri della mente sono determinati dal contesto esterno ed interno alla persona: quindi non sono libere ma condizionate, anche se non è possibile attualmente ricostruire tutte le operazioni logiche e i fenomeni elettro-chimici che si svolgono nel cervello umano.
Se invece le decisioni sono determinate da una entità immateriale, che chiameremo Anima, svincolata dal determinismo della materia fisica, significa che tali decisioni dipendono dalla qualità dell'Anima: se l'Anima è buona, agirà per il bene e viceversa; in tal caso chi ha creato l'Anima ha già predeterminato le sue scelte: anche in questo caso non ha senso parlare di libero arbitrio.
Se infine si vuole sostenere che i fenomeni fisici e quindi anche il nostro cervello non hanno carattere deterministico, ma sono sede di eventi casuali e probabilistici, anche in tal caso non ha senso parlare di libero arbitrio nelle azioni umane e tantomeno di responsabilità morale della persona, il cui cervello decide in modo casuale e senza nessun vincolo logico.

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Sirenetta scultura di Copenaghen

Colpa e pena

Avendo dimostrato che non ha senso il libero arbitrio occorre accennare alle conseguenze sui concetti di colpa e pena che perdono di significato. Ai fini della convivenza non ha senso parlare di colpa a cui deve corrispondere una pena proporzionata, ma si dovrà parlare di causa ed effetti e corrispondenti compensazioni; ai fini della giustizia si dirà che Tizio ha causato a Sempronio un danno e lo Stato deve garantire al danneggiato un adeguato risarcimento se possibile, deve inoltre fare in modo che Tizio non arrechi in futuro altri danni simili: nasce così la necessità della rieducazione oltre che della riparazione del danno causato da parte di Tizio nei riguardi di Sempronio, dei suoi familiari e della collettività.

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La libertà

Il concetto di libertà, quindi, spogliato dell'involucro costituito dal libero arbitrio, può essere considerato in modo più semplice come l'assenza di vincoli esterni alla mente della persona: ad esempio una persona è libera di muoversi oppure è costretta a letto da una malattia; una persona è libera di scegliere i propri rappresentanti politici oppure è costretta a votare per liste bloccate; una persona è libera di viaggiare nel mondo oppure è costretta a rimanere nel proprio paese; una persona è libera di fare il lavoro che preferisce o deve accettare un lavoro che non vuole fare pur di sopravvivere; e così via.

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La Sensazione di libertà

All'interno della mente della persona la libertà può essere sentita in maniera diversa da quella che pensano gli altri: a volte una persona, pur essendo apparentemente libera di fare molte cose, si sente impedita a farle a causa di istruzioni ricevute nell'infanzia o di esperienze pregresse o di paure inconscie. Quindi, la libertà viene recepita nella mente come sensazione di libertà.
La nostra mente non solo analizza e riflette sul mondo che ci circonda, ma analizza anche se stessa: quando pensiamo e decidiamo un'azione da eseguire o una frase da dire, noi ci accorgiamo che stiamo prendendo una decisione ed abbiamo la sensazione che quella decisione è più o meno libera da condizionamenti. Ad esempio se vediamo in un giardino pubblico un bellissimo fiore che ci piacerebbe cogliere, ma leggiamo un cartello che vieta questa azione, abbiamo una sensazione di libertà inferiore rispetto alla oggettiva libertà di compiere l'azione, perché il timore di incorrere in una multa o anche solo il timore di venir meno ad un dovere morale, ci impedisce di agire.

Io credo che si possa definire la sensazione di libertà come "felicità istantanea": infatti è chiaro che se abbiamo la sensazione di poter ottenere ciò che vogliamo siamo più contenti, se invece ci sembra di non poter fare ciò che vorremmo siamo scontenti. Questa sensazione varia da istante a istante della nostra vita e dipende non solo dalla effettiva libertà di cui possiamo godere ma anche dai desideri che di volta in volta si presentano alla nostra mente.
Attualmente possiamo solo valutare soggettivamente la felicità istantanea, ma, considerando i progressi che sta compiendo la neurologia, è facile prevedere che tra qualche anno sarà possibile quantificare la felicità istantanea e misurarne il valore anche istante per istante.

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Diagramma della felicità

Per ora, quindi, dovremo accontentarci di un diagramma artigianale e soggettivo che però può essere molto utile per migliorare il nostro benessere.
Stabiliamo di fissare una scala da (-10 ) a (+10) per valutare la nostra felicità in un dato momento della nostra vita quotidiana: scriveremo i rilevamenti su un foglio di carta sul quale avremo tracciato due colonne: nella prima segneremo gli orari dei rilevamenti, nella seconda colonna scriveremo il valore di felicità riscontrato.

Per fare qualche esempio: se ci viene una gran sete e stiamo passando nei pressi di una fontana da cui sgorga acqua fresca, potremo segnare che in questo momento la nostra felicità istantanea è +10, se invece l'acqua della fontana è calda potremo valutare il livello di felicità a -3; mentre se non abbiamo nessuna possibilità di dissetarci e la nostra sofferenza è alta, diremo che abbiamo un livello -10.
In altri termini la felicità sarà maggiore o minore nella misura in cui ci sembra di poter soddisfare il nostro desiderio di quel momento.
Una volta compilata la tabella potremo riportare i dati in un diagramma in cui sull'asse orizzontale segneremo gli orari dei rilevamenti (per es. ogni ora) e sulle ordinate (asse verticale) segneremo il livello di felicità corrispondente.
Tracciando le perpendicolari troveremo i punti della curva della felicità.

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